L’avamposto è un luogo fisico, una posizione privilegiata da cui osservare il mondo dell’intrattenimento con sguardo critico, curioso, affascinato e intenso. Vogliamo farlo da un luogo intimo, fuori dal flusso, da una posizione in cui poter avere una visione di insieme e da cui provare a collegare universi differenti.
L’avamposto è anche un luogo dell’anima, dove nascono prima di tutto storie e racconti, dove si incontrano opinioni e pensieri, dove convergono spazi e passioni, voci e idee. Avamposto72 nasce per dar voce a chi ha qualcosa da dire, e vuole dirlo nel modo che gli è più congeniale. Nel modo che gli permette di esprimere se stesso con la massima libertà.
Su Avamposto72 non troverete recensioni, anteprime e guide agli acquisti, ma punti di vista, articoli e podcast su ogni cosa capace di farci battere il cuore. Soprattutto, su Avamposto 72 troverete persone che parlano ad altre persone e, ci auguriamo, troverete tutti voi.
Collettivo non mi è mai piaciuta come definizione, perché raramente le persone che lo formano vogliono effettivamente essere parte di una collettività. Non è il caso di Avamposto72. Lo spirito è quello di una squadra dove i campioni corrono su e giù per il campo più dei brocchi, perché giocano per tutti. La colla della nostra squadra è la voglia di stare insieme e raccontare, senza finzione o secondi fini. Una cosa che solo le persone pure di cuore (tranne me) sono in grado di fare in maniera autentica.
Noi umani i luoghi li visitiamo o li abitiamo. C’è chi è a proprio agio tra il caos di una città, chi si sente al sicuro immerso nel silenzio della campagna. Chi cerca il mare, chi ama la neve. I posti virtuali, tuttavia, non godono di una vista mozzafiato: siamo abituati a chiudere banner, essere veramente euforici, giostrarci tra verità distorte e rumori assordanti. Avamposto72 è una tribù di persone che abitano e visitano questo posto immateriale portando le sensazioni di quei posti che chiamiamo casa: sa di montagna, di spiaggia con gli amici, divertimento, fiducia. Tranquillità. Tra un podcast, un approfondimento e una chiacchiera. Una permanenza o un saluto fugace.
Non trovo altro modo di descrivere Avamposto72 se non come la versione migliore di TeamCrimine. Le persone sono le stesse, la voglia di raccontare le proprie passioni anche (e forse di più). In A72 c’è però una consapevolezza diversa, un respiro più ampio, che nasce dal piacere di fare qualcosa che ci piace, e che speriamo piaccia a chiunque si trovi a vagare per queste lande.
Nella vita si dice che esistono due tipi di famiglie: quella che ti capita per nascita e quella che ti scegli perché sì. Ed è proprio la seconda che ha aperto Avamposto72: un pub fuori mano, una stazione radio amatoriale sperduta nel niente, un posto accogliente, chiassoso, virtuale, ma che per i decibel raggiunti su Discord è forse più fisico di tanti altri. Un luogo che ci rappresenta, dove raccontiamo cose che ci appassionano, come si fa tra amici, come si fa in famiglia.
Fare quello che ci piace, nel modo che ci piace: ecco cosa è, per me, Avamposto72. È anche un posto dove sentirmi al sicuro con i miei amici, un riparo da quello che succede fuori.
Ma quel che mi auguro è che diventi un rifugio per chi ha voglia di raccogliersi con noi a raccontare e ascoltare cose belle.
Questo collettivo un po’ bizzarro è una famiglia nata tanto tempo fa sul gusto di voler stare insieme perché ci piace fare le stesse cose (quelle che, in single player, non avrebbero lo stesso sapore). Tuttavia, non si può essere di corsa tutta la vita. A volte, dopo la fuga, occorre prendere fiato in un focolaio tranquillo e accogliente. Questo è Avamposto72: qui si beve birra a fiumi e si canta in coro, fino a una nuova alba.
Avamposto72 per me, ma in fondo anche per l’umanità intera, è un’ancora di salvezza. Isola in un oceano di rumore, un non-luogo dove le persone sono famigliari ma l’arredamento che ci ricordavamo è un po’ cambiato. Avamposto è la possibilità di tornare a parlare, leggere e discutere di tutto ciò che ci fa sublimare una giornata nata storta. Perché si ci si può sentire persi, schiacciati da un pressa meccanica chiamata sistema, ma se la sera si ha un posto sicuro (e libero!) dove tornare allora diventa tutto più semplice.
Quando voglio fare qualcosa e condividere i miei scleri, scrivo. È da un pezzo che volevo fare qualcosa del genere, e ora mi sento nuovamente a casa. Quanto cazzo è terapeutico scrivere: fa bene, svuota la mente ed è pure gratissss.
“Tempo presente e tempo passato sono forse entrambi presenti nel tempo futuro e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
Se tutto il tempo è eternamente presente tutto il tempo è irredimibile [ … ] il genere umano non può reggere troppa realtà.
Il tempo passato e il tempo futuro, ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato mirano a un solo fine, che è sempre presente“
T.S. Eliot – Quattro Quartetti – Burnt Norton
Stavo pensando a come descrivere Avamposto, ma la verità è che Eliot l’ha già fatto in un modo molto migliore del mio.
Raccontiamo l’intrattenimento da sempre, ci pagano per farlo da oltre dieci anni… ma abbiamo anche dei difetti: ci piace farlo gratis, per esempio.
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